Vaiolo delle scimmie, Rizzi spiega le dinamiche dell'infezione
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Direttore: Alessandro Plateroti

Vaiolo delle scimmie, Rizzi spiega le dinamiche dell’infezione

Laboratorio coronavirus

Nuove informazioni sono emerse per quanto riguarda lo studio del controllo dell’infezione da vaiolo delle scimmie.

Casi precedenti di infezioni da vaiolo delle scimmie si erano già presentati nel corso della storia. Si trattava di infezioni lievi il cui decorso porta alla cura in maniera spontanea. Per quanto riguarda i casi verificatisi recentemente, ancora non si è giunti alla spiegazione della trasmissione al di fuori dell’Africa. La malattia proviene dal continente africano, in cui si sono verificati anche focolai importanti.

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Ad oggi sono numerosi i casi di infezione sparsi per il mondo, anche in Paesi ben lontani dall’Africa. Secondo i recenti studi effettuati la trasmissione del virus che avviene tra uomo e animale, può verificarsi anche tra uomo e uomo. Marco Rizzi, direttore del UOC malattie infettive, ha risposto ad alcune domande sorte in merito alle dinamiche di contagio e di azione dell’infezione da vaiolo delle scimimie.

Come avviene il processo infettivo

Per quanto riguarda i mutamenti del processo infettivo, Rizzi ha detto che “nessuno possa dirlo al momento con cognizione di causa. Non ci sono elementi per dire che il virus si è adattato alla trasmissione interumana e quindi può diventare un problema perché si può diffondere. Questa è la domanda principale: se è cambiato qualcosa nella capacità del virus di trasmettersi da persona a persona.”

Laboratorio coronavirus

Tra gli strumenti che possono aiutarci a capire come avvenga l’infezione, “il primo è il contact tracing, ricostruire la catena di trasmissione: cosa è accaduto, chi ha contagiato chi. Uno conto è se chi è infetto ha contagiato tramite rapporti sessuali il partner, un altro quella persona ha viaggiato in autobus e ha infettato chi gli era seduto accanto. Non è quello che è noto per il monkeypox”, continua Rizzi.

Contact tracing del vaiolo delle scimmie

Per quanto riguarda le infezioni riscontrate in Paesi diversi dall’Africa, “il contact tracing ci dirà qualcosa. Qualche anno fa abbiamo avuto diversi cluster di epatite A dalla Scozia alla Nuova Zelanda, c’erano stati eventi e occasioni di scambio, viaggi. È stato un problema che si è spento nel giro di pochi mesi. Prima di pensare a un virus che si trasmette molto efficacemente con contatti causali nella popolazione generale ci serve qualche informazione in più. Non ci sono restrizioni di viaggi o raccomandazioni in questo senso. Abbiamo poche decine di casi sia pure sparsi”, conclude l’infettivologo.

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ultimo aggiornamento: 21 Maggio 2022 11:59

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